se cerchi di distruggere qualcuno, scava due tombe: una per lui e l’altra per te
Abbiamo parafrasato la famosa citazione di Confucio a un solo scopo:
in questo breve articolo voglio condurti a una riflessione su cosa guida il comportamento che adotti tutti i giorni nella tua vita.
E per farlo, scomodiamo Simon Sinek, scrittore, saggista ed esperto di leadership, che nel suo libro Il Gioco Infinito ha spiegato perfettamente il concetto di cui ti parlo oggi e che cambierà la tua prospettiva.
Esistono due tipi di giochi:
I giochi finiti
I giochi infiniti
GIOCO FINITO (o dei vincitori e dei vinti)
Nei giochi finiti ci sono delle regole precise.
Si conoscono tutte le regole e si conoscono tutti i partecipanti.
Possiamo paragonarli al calcio, al basket, agli scacchi...
In questi giochi conosci la durata della partita e sai che in un tempo predeterminato due squadre o due giocatori si contenderanno la vittoria secondo delle regole fisse e concordate tra tutti i partecipanti.
E alla fine di un torneo, naturalmente ci sarà un vincitore e un perdente.
Quando il gioco è finito, non c’è la possibilità di ricominciare da capo. È finito, e questo è tutto.
GIOCHI INFINITI (O Keep Going Game)
Nei giochi infiniti non ci sono delle regole fisse ma possono modificarsi di volta in volta. Alcuni partecipanti sono noti, altri non puoi conoscerli.
E non c’è una fine.
Quali sono i giochi che fanno parte di questa tipologia?
Il business, il mondo degli affari è uno di questi.
La vita stessa è un gioco infinito.
Non si gioca per vincere, non si gioca per competere.
Per questo mi piace chiamarlo anche KGG, il Keep Going Game.
Perché si gioca per restare in gioco.
Quando nasce il problema
Quando metti contro due giocatori finiti o due giocatori infiniti tra loro, il sistema è stabile, perché giocano secondo le stesse regole o non-regole, a seconda del tipo di gioco.
Sai invece quando inizia a manifestarsi un problema?
Quando qualcuno inizia a giocare a un gioco infinito come se fosse un gioco finito, quando tra due giocatori, uno gioca secondo le regole di un gioco finito, l’altro secondo un gioco infinito.
Uno cerca di vincere, l’altro cerca di restare in gioco.
Questo è il punto di rottura.
La percezione della vita
Se ci pensi, è un po’ quello che facciamo tutti.
Un po’ tutti cerchiamo di competere con gli altri, vogliamo comprare la macchina più bella di quella che hanno gli altri, vogliamo essere più belli, guadagnare di più, in fin dei conti essere di più di chi ci circonda.
Siamo sempre in competizione con qualcun altro.
Ma la vita non è una gara.
Non vinci né perdi.
Chi è che stabilisce le regole del gioco?
Con chi ti sei accordato per fissare le regole?
Sono standard che ti sei dato tu.
E non è detto che valgano per gli altri.
Così giochi a una gara dove sei l'unico giocatore.
E sai perché perderai? Non perché sarai battuto da qualcun'altro (d'altronde, sei l'unico giocatore: è impossibile).
Perderai perché avrai sprecato il tuo tempo a giocare un gioco inutile e non ti sarai invece focalizzato su ciò che è veramente importante per te.
E adesso chiediti:
per cosa stai giocando?
Per vincere o per restare in gioco?
CAMBIARE PROSPETTIVA
Se stai giocando per continuare ad alimentare il gioco, non devi fare nient'altro che continuare così ( keep going...)
Se invece ti sei reso conto di essere in una competizione continua, prova a cambiare prospettiva.
Per qualche giorno, per qualche settimana, smetti di essere in competizione.
E sai cosa succederà?
Sai qual è la cosa bella quando capisci questo concetto?
Quando smetti di competere?
Quando ti alzi la mattina e ti guardi allo specchio non penserai più a come essere migliore di un altro, a come superarlo, a come batterlo.
La mattina quando ti alzi e ti guardi allo specchio penserai solo a come continuare ad essere la migliore versione di te stesso.
E questo è tutto.
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